NATI IL 5 MARZO | BUON COMPLEANNO PIERPAOLO E ANCHE EMYLIU’ | INTERVISTA DI STEFANIA CATALLO

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Pierpaolo Pasolini - Emyliù Spataro

Pierpaolo Pasolini - Emyliù Spataro

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Ascolta il podcast dalla voce di Emyliù

A cento e uno anni dalla nascita di Pasolini, vogliamo ricordare il grande intellettuale nel giorno del suo compleanno, in compagnia di Emyliù Spataro, attore teatrale e protagonista di corti a lui dedicati, che come Pierpaolo compie gli anni oggi.

Emyliù Spataro, quanto ritiene attuale l’arte di Pasolini, dalla scrittura al cinema?

“Durante questo centenario di Pier Paolo Pasolini ho riscoperto la sua estrema attualità, che artisticamente si esprime nel suo eclettismo e nel suo linguaggio che definirei “multimediale ante-litteram”, alternando, mescolando e contaminando, vari linguaggi espressivi attraverso le sue molteplici arti. In un’era in cui l’ipotesi di Internet non era ancora formulabile, lui si esprimeva come se già lo adoperasse. Amo particolarmente la sua produzione cinematografica, ricca di capolavori che rimangono sospesi in un Olimpo senza tempo, quindi più che attuali, eterni. Film intrisi di poesia pura come “Il fiore delle mille e una notte”, del quale ricordo una frase della voce narrante: “E’ sempre il meno bello che si innamora del più bello”. E altri potenti film neorealisti, che sublimano le sue amate borgate romane, come “Mamma Roma” con Anna Magnani, “Accattone”, “La ricotta”. “Teorema”, un controverso film sulla decadenza della sua classe borghese. Fino alle sue magnifiche trasposizioni dai classici come “Edipo Re” con i suoi attori ideali, presi dalla strada e fatti diventare professionisti, come Sergio Citti e Ninetto Davoli, “Medea” con la divina Maria Callas. Ma ancor più che nei suoi film, la sua attualità si manifesta nei suoi scritti e sopratutto nelle sue celebri interviste”.

Pier Paolo Pasolini e la Madre

Parliamo del Pasolini politico. Quale eredità ha lasciato?

“A proposito delle sue interviste scomode, ne ricordo una quasi profetica. In un programma televisivo Pasolini parlava dei danni che un giorno avrebbe causato la televisione, teorizzando di una futura omologazione culturale del popolo, dei ragazzi di borgata, che plagiati dai falsi modelli televisivi, più che proposti imposti in modo invasivo, entrando capillarmente nelle case e nei cervelli degli italiani, in un futuro ora attuale si sarebbero omologati, perdendo la loro originaria purezza incontaminata, per somigliare ai borghesi, confondendosi con loro. Omologazione profetica, che in senso politicamente più esteso, oggi sarebbe degenerata nello scenario attuale che mi piace immaginare analizzato da Pasolini. Come si sarebbe confrontato con queste destre? Perchè si sarebbe sicuramente confrontato: lui parlava anche con i fascisti, in modo dialettico, senza chiusure e pregiudizi. Forse perché e’ sempre stato molto critico nei confronti del comunismo, allora già in crisi, essendo ritenuto una sorta di “comunista di destra”, contraddittorio, cattolico, contro l’aborto. Ed è proprio questo un elemento di estremo fascino che denota la sua assoluta onestà intellettuale. In “Comizi d’amore” documentario in cui intervista gli italiani sulla loro sessualità, tocca livelli altissimi di giornalismo poetico d’autore. Ne “Le ceneri di Gramsci” riesce ad analizzare la crisi del comunismo in Italia, scrivendo delle poesie, cosa che trovo di una genialità assoluta”.

Emyliù Spataro interpreta “Supplica a mia madre” di Pier Paolo Pasolini

Come mai ha deciso di interpretare “Supplica a mia madre”? Quali sono state le sue sensazioni a riguardo?

“Supplica a mia madre” è per me il capolavoro assoluto di Pasolini. La prima volta che la lessi, da attore, mi identificai totalmente, cominciando a registrarla sin dalla prima lettura, realizzandone poi vari video. Sento un’identificazione totale immedesimandomi nella dichiarazione di amore assoluto che Pasolini fa alla madre. Questa cosa mi incuteva un sacro timore, cominciando a dedicarla a mia madre in un lontano giorno di compleanno, in cui lei, poverina, già aveva delle patologie senili importanti. Provavo angoscia ogni volta che pronunciavo i versi: “Ti supplico, non voler morire”. Oggi dedico a mia Madre Eleonora questa intervista e questo video, perché mi ha lasciato da poco. Pasolini in questa poesia si confessa, parlando della “fame d’amore di corpi senz’anima”, i ragazzi di vita che lui desiderava in modo conflittuale, ma non amava. E probabilmente non amò nessuno Pier Paolo, né un uomo, né tantomeno una donna, perché il suo amore era solo per la madre. Le sue ultime parole prima di morire, dice Pelosi che racconta sopraggiunse un gruppo all’idroscalo di Ostia che lo aggredì, furono: “mammina mia”!

Emyliù Spataro

Pasolini è di ispirazione per lei?

“Quando Pasolini entrò per la prima volta nella mia vita ero un bambino, nato un 5 marzo come lui, ed entrò sotto forma di notizia del Telegiornale. Era stato assassinato brutalmente un grande scrittore. La mia mente infantile non poteva comprendere le dinamiche dell’accaduto, ma la cosa mi turbò tantissimo. Finchè da adolescente, più consapevole, gli dedicai una mia poesia: “A Pier Paolo, morto d’amore”. Da allora, una volta arrivato a Roma dalla Calabria, mi feci una scorpacciata di tutti i suoi film nei cineclub trasteverini. E cominciai a leggere le sue opere e su di lui, interessandomi alla sua vita, ai suoi rapporti di amicizia amorosa e intellettuale con Elsa Morante, Dacia Maraini, Laura Betti, attrice in molti suoi film, ad esempio, e alle sue amicizie con artisti intellettuali come Alberto Moravia, Giorgio Bassani, Dario Bellezza, e altri. Oggi mi ispirano molto alcuni suoi film, specie il suo capolavoro “Mamma Roma” con la mia attrice musa Anna Magnani, reinterpretando a mio modo alcune scene per farne dei corti. E farei anche delle letture interpretate dei suoi testi più folgoranti, magari per farne qualcosa di creativo. C’è tutto l’universo nella produzione di Pasolini, e la sua grandezza si manifesta sopratutto nella rimozione collettiva della sua tragica fine. La sua vita sessuale tormentata e violenta, vissuta con senso di colpa ed espiazione fino al tragico epilogo, che attirerebbe la morbosa e giudicante curiosità di taluni, forse avrebbe oscurato un artista mediocre. Ma è la sua grandezza che oscura ogni bruttura, splendendo di vita propria con le sue opere e il suo luminoso e lucido pensiero”.

Emyliù Spataro intervistato da Stefania Catallo

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